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Mercoledì, 14 Giugno 2017 00:00

Cazzi vostri, io domani vado in Svizzera

phoca thumb m vado in svizzeraCazzi vostri, io domani vado in Svizzera!
Ovvero: libere e incomplete dissertazioni e riflessioni sparse a voce alta su elezioni, Ordini, assistenti sociali, partecipazione ed altre sciocchezze...
prendendo fantasiosa ispirazione dal libro "Cazzi vostri, io domani vado in Svizzera. Le scritte delle schede nulle" edito da Millelire Stampa alternativa nel 1994

Sono ormai prossimo a concludere la mia esperienza all'interno del Consiglio Regionale dell'Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto, iniziata quattro anni fa con umiltà, spirito di servizio e la convinzione che per cambiare alcuni aspetti su cui ero critico valesse la pena, assieme ad altri, provare a mettersi in gioco in prima persona, anziché limitarsi più comodamente dall'esterno. Mi sento di condividere alcune riflessioni e pensieri, un po' a "bilancio" di una esperienza intensa, partita con il desiderio di avvicinare l'Ordine alla comunità professionale e la comunità professionale all'Ordine, nella convinzione che ciò avrebbe potuto giovare a fare crescere entrambi e indirettamente, di conseguenza, contribuire anche a cambiare un po' l'immagine e la percezione pubblica del ruolo dell'assistente sociale.

Chi frequenta un po' il mio sito, o mi segue in alcuni social da qualche anno, avrà forse letto le riflessioni che avevo scritto prima di accettare la carica di presidente del CROAS Veneto...
devo riconoscere che non sono stati quattro anni facili, nei quali ho affrontato anche una serie di cambiamenti nella mia vita personale e lavorativa (un mutuo, un trasloco, il cambio di due uffici, part-time...) ed una serie di attività ed esperienze (più o meno visibili) all'interno dell'Ordine cui ho cercato di dedicare le mie energie, con la consapevolezza di non voler superare troppo i miei limiti, tanto che sono arrivato anche a scegliere di dimettermi dalla carica di Presidente ma di continuare l'impegno come consigliere.

Va detto infatti che è notevole l'impegno che richiede un Ordine, che è un ente pubblico non economico e che quindi deve rispettare tutta una serie di normative e adempimenti tipici degli enti pubblici. Fare il Consigliere, o addirittura assumere una carica, comporta pertanto un carico di responsabilità e compiti che necessitano di essere messi in grado di dedicarcisi in modo adeguato. Per questo sono convinto che i consiglieri che vanno ad amministrare l'Ordine debbano essere messi nelle condizioni di farlo, senza rischiare di rimetterci in salute (fisica o mentale) o finire con il sacrificare la propria vita personale o familiare. Viceversa si potrebbe rischiare di trovarsi a fare "bilanciare" l'impegno dedicato con altri "ritorni" personali derivanti dal "potere" che ci si trova ad amministrare... in tal senso non nascondo la scelta che è stata fatta come CROAS Veneto di aumentare gli importi delle indennità delle cariche e dei gettoni per le attività dei consiglieri, scelta maturata peraltro dopo una a mio avviso interessante comparazione che era stata fatta tra gli orientamenti assunti dai vari ordini e che si può trovare nella tabella allegata al verbale del 27/02/2015.

prendersi curaRiconosco che parlare in questo periodo di "politici" (perché essere eletti in un Ordine è anche fare politica) che si aumentano i propri benefit può non essere particolarmente apprezzato o vantaggioso, ma mi pare tuttavia coerente con ciò in cui credo: se stare in un Ordine è un servizio per la comunità professionale, è doveroso che chi fa tale servizio sia messo nelle condizioni per farlo e che quindi la comunità stessa si faccia carico di ciò. E' un concetto che ho ripreso più volte in questi anni e che ho ritrovato anche in un motto che si può parafrasare e declinare in vari modi: prendiamoci cura degli assistenti sociali, prendiamoci cura dei consiglieri... meglio tuttavia se tale aumento è abbinato ad interventi di razionalizzazione delle spese, di recupero delle numerose morosità insolute e ad una diminuzione delle quote di iscrizione, come si è riusciti a fare uniformando le quote tra sezione A e sezione B e facendo pagare solo 27 euro ai nuovi iscritti all'albo.

La mole di lavoro in un CROAS come quello del Veneto è decisamente impegnativa, e si sviluppa parallelamente in adempimenti obbligatori ed in azioni "politiche" volute dal Consiglio, così come in attività interne all'ente ed altre iniziative di maggiore risalto pubblico. Alcuni numeri sono significativi: gli assistenti sociali isritti all'Ordine sono passati dai 1178 del 1995 agli attuali quasi 2900; in Veneto vi sono tre sedi universitarie di Servizio Sociale, si sono accreditati 1750 eventi per la formazione continua, i consiglieri in questi 4 anni hanno ricevuto più di 3000 email interne (escluse quelle per i lavori delle commissioni ed altri incarichi ed attività), si sono gestiti in questi anni la Formazione Continua e l'istituzione del Consiglio di Disciplina (organismo per il quale hanno dato la propria disponibilità a partecipare un buon numero di colleghi, tanto che per la sua istituzione non si sono incontrate le difficoltà che hanno avuto altre regioni)...

L'estrema complessità dell'intero meccanismo, per quanto si operi sempre in un lavoro di squadra con spirito di gruppo, anche cercando di rafforzare sinergie e rinsaldare economie di scala tra altri CROAS e con il CNOAS, ha in parte sicuramente lasciato incompleti o ancora in fieri alcuni obiettivi ed azioni. Questo va riconosciuto.

Uno sforzo grande si è cercato di farlo per rafforzare il senso di appartenenza e partecipazione in tutta la comunità professionale. Vanno in questo senso le sette assemblee che si sono realizzate in ciascuna provincia, l'introduzione anche in Veneto del World Social Work Day, la Giornata Mondiale del Servizio Sociale, che si è organizzata dal 2014 in collaborazione con le università di Padova, Venezia e Verona.

Personalmente ho fatto la scelta di non ricandidarmi per il nuovo Consiglio: riconosco che per come sono fatto sarebbe stato un impegno per il quale non mi sarei risparmiato in energie. La normativa indica in due i mandati che un consigliere può effettuare in modo continuativo (salva la possibilità, riservata da una norma transitoria, che consente a chi era in carico ad una certa data di candidarsi nuovamente). Non mi dispiace facilitare un certo ricambio, anche al fine di fare entrare nuove energie e saperi esperienziali, per quanto sia anche vero che è utile avere in Consiglio chi ha maturato una precedente esperienza. Io avrò sicuramente altri ambiti e modi per impegnarmi a favore della comunità professionale, come d'altra parte facevo anche prima di entrare attivamente nel CROAS.

Sono molte altre le azioni che ricordo si è riusciti a impostare in questi quattro anni. Non voglio dilungarmi troppo ma mi piace almeno ricordarle velocemente:

  • la creazione di un nuovo sito (e dominio) per il CROAS Veneto, in modo da superare alcuni limiti tecnici presenti nel sito precedente e agevolare una migliore e più efficace comunicazione esterna;
  • la partecipazione ad una ricerca nazionale sulla aggressività e violenza nei confronti degli assistenti sociali;
  • una attenzione a proporre nei piani di Formazione Continua organizzati dal CROAS non esclusivamente degli eventi per grandi numeri, ma anche facilitare la sperimentazione di proposte di qualità (ad esempio la formazione con i giornalisti sulla comunicazione, il lavoro con colleghi di cooperativa e terzo settore, il gruppo sulla libera professione, la recente proposta sull'Altervisione...
  • il bando per finanziare con patrocini onerosi le proposte formative deontologiche dei gruppi di colleghi;
  • il recente finanziamento per assegni di ricerca in Servizio Sociale e che si concretizzerà in tre assegni di ricerca annuale in ciascuna università del Veneto;
  • la presenza nei media, anche grazie al prezioso lavoro dell'ufficio stampa...

 Rispetto i media, riporto un paio di interviste in cui mi rivolgo anche a colleghi:

 
 

 

nuove prospettive per chi dice #vedounsoloOrdine...

Alcuni flash o spunti per i CROAS
  • un po' come sta facendo il CNOAS: ridurre le commissioni a quelle obbligatorie per le attività istituzionali e fare in modo che i consiglieri lavorino anche su specifichi incarichi
  • Promuovere gruppi di lavoro esterni al CROAS (territoriali e per aree tematiche) valorizzando quelli esistenti (in primis i coordinamenti) e favorendone la creazione di nuovi
  • Lavoro con organizzazioni associative professionali: questa è una sfida importante, perché la comunità professionale avrebbe bisogno di maggiori forme di aggregazione e partecipazione attiva da parte dei colleghi non direttamente dagli Ordini
Ultima modifica il Giovedì, 15 Giugno 2017 04:50

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